L’Inchiesta sociale sulla città metropolitana di Bologna: CALL FOR WORK

Una volta sintetizzati i dati in un report, cosa resta dell’Inchiesta sociale? Come farla vivere nel dibattito, restituendo alla città la conoscenza che la città stessa, con migliaia di questionari compilati, ha messo a disposizione? Come evitare, insomma, che l’inchiesta diventi un ulteriore dispositivo di estrazione?

Non è una questione teorica, in diversi incontri pubblici questo elemento è emerso tra le domande di studiosi, ma anche di cittadini e cittadine. Questa call è una delle risposte a quella domanda.

Una chiamata al lavoro di analisi e di ricerca, ma anche una chiamata per il lavoro, quello che con l’inchiesta si è visto perdere di senso a beneficio delle logiche di mercato, imperniate sull’individualismo e la competizione, che animano la produzione e dissolvono i meccanismi di protezione dal dominio e dallo sfruttamento.

Con l’Inchiesta sociale sulla città metropolitana di Bologna si è messo in luce come le  disuguaglianze socio-economiche che caratterizzano il territorio bolognese condizionino l’accesso ai servizi essenziali anche a partire dalle distanze tra mondi del lavoro diversi.

Rispetto ad una diseguaglianza sistemica, il lavoro gioca ormai un ruolo secondario. In parte, infatti, a parità di reddito a fare la differenza nell’accessibilità alla città sono gli elementi della proprietà e della loro capacità di produrre redditi. In secondo luogo, perché il lavoro stesso anziché compensare l’assenza di proprietà, si frammenta lasciando intravedere mondi relativamente lontani tra loro. La polarizzazione si sostanzia dal mancato riconoscimento, fino all’esposizione ai fattori di rischio per il disagio psico-sociale, dalle retribuzioni fino alla violenza e alla discriminazione subite nel contesto lavorativo. Si tratta di fattori che coinvolgono diversamente i lavoratori e le lavoratrici nelle varie fasce di età e generi. Il lavoro nei servizi, in particolar modo quello nel commercio, nei servizi di ristorazione e alloggio e socio-sanitari oltre ad essere quello con i maggiori indici di rischio, è anche il segmento del lavoro che più spesso è popolato da personale di sesso femminile e più giovane. Non è un caso che proprio questi segmenti del campione si concentrino nel segmento più povero del campione. Abbiamo visto, infatti, che chi ha un salario non superiore ai 1.500 euro mensili, se non vive in una casa di proprietà e in assenza del supporto di un nucleo familiare che possa compensare, nella gran parte dei casi è escluso dagli strati superiori, esponendosi a quelle condizioni di difficoltà e marginalità che definiscono l’accesso alla città dello strato più basso.

Nell’analisi condotta sui dati rilevati con l’Inchiesta sociale, emerge come l’appartenenza ad uno strato socio-economico condizioni l’accesso ai servizi estendendo la portata della diseguaglianza. Questo vale sia rispetto all’esigibilità di diritti fondamentali, come quello alla salute e alla casa, sia rispetto alla possibilità di emancipazione che i servizi dovrebbero offrire, come quelli educativi e dell’istruzione. Ma questo ragionamento si estende, in realtà, a tutte le dimensioni, sia quelle trattate che quelle che lo saranno.

Questo invito a presentare contributi si propone di stimolare una riflessione critica e interdisciplinare sulle dinamiche che stanno plasmando il volto della città metropolitana, invitando studiosi e studiose, sindacalisti e sindacaliste, a interrogarsi sulla tensione tra rendita e lavoro nella definizione delle disuguaglianze e sulla necessità di politiche inclusive a sostegno della giustizia sociale.

Tematiche di interesse:

  • Lavoro e precarietà: Analisi delle trasformazioni del mercato del lavoro, dell’impatto della precarietà, del mancato riconoscimento economico e delle sue implicazioni sul benessere individuale e collettivo.
  • Abitazione e disuguaglianze: Studio dei costi dell’abitare, delle difficoltà di accesso alla casa, del ruolo della proprietà e della rendita nella definizione delle disuguaglianze territoriali.
  • Accesso ai servizi essenziali: Indagine sulle disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, educativi e di mobilità, e sulle possibili strategie per garantire l’universalità dei diritti.
  • Digital divide e inclusione sociale: Analisi delle disparità nell’accesso e nell’utilizzo delle tecnologie digitali, con particolare attenzione alle fasce di popolazione più vulnerabili (anziani, basso reddito, bassa istruzione).
  • Partecipazione e rappresentanza sindacale: Studio del ruolo del sindacato nella promozione della giustizia sociale e nella riduzione delle disuguaglianze, e delle sfide poste dalla crescente frammentazione del lavoro e dalla disaffezione alla partecipazione.
  • Politiche pubbliche e interventi sociali: Valutazione dell’efficacia delle politiche pubbliche nel contrastare le disuguaglianze e promuovere l’inclusione sociale, e proposte per interventi innovativi e sostenibili.

Saranno inoltre considerati con interesse quei contributi che sapranno interagire con le analisi già svolte, assumendo punti di vista alternativi a quelli proposti, come quello di genere, territoriale o relativo alla condizione migratoria.

I contributi, originali, dovranno pervenire in forma di abstract breve (max. 4.000 battute) entro il 30/11/2024, così da poter essere valutati da un comitato scientifico e sindacale. Gli interventi selezionati saranno presentati durante una giornata di studi che si terrà a Bologna, in data da definire nel mese di dicembre 2024, e pubblicati in un volume che uscirà entro il mese di giugno 2025.

I materiali necessari all’analisi alle elaborazioni sono disponibili alla pagina dedicata del sito dell’Ires Emilia-Romagna https://ireser.it/it_it/progetti_di_ricerca/citta-del-lavoro-o-citta-della-rendita-linchiesta-sociale-sulla-citta-metropolitana-di-bologna/ . Oltre al report e alle slide, sul sito sono disponibili il database in formato csv, le tabelle di frequenza e di contingenza alla base dell’analisi proposta nel report. Altri formati possono essere resi disponibili.

Per ulteriori informazioni e per l’invio degli abstract, si prega di contattare il comitato organizzatore all’indirizzo email comunicazione.ires@er.cgil.it

Comitato scientifico:

  • Michele Bulgarelli (Segretario generale della Camera del Lavoro Metropolitana di Bologna)
  • Gianluca De Angelis (Ires ER)
  • Francesca Gabbriellini (Università di Bologna – Democratizing Work Bologna)
  • Marco Marrone (Università del Salento)
  • Lorenzo Zamponi (Scuola Normale Superiore di Firenze – Jacobin Italia)