La codeterminazione in Germania e le esperienze di partecipazione in Italia

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Stato:
In corso
Autori:
Friedrich-Ebert-Stiftung; Hans-Böckler-Stiftung

L’11 e il 12 novembre 2013, presso la Camera del lavoro di Bologna, si è svolto il convegno dal titolo “La codeterminazione in Germania e le esperienze di partecipazione in Italia”, promosso dall’IRES Emilia-Romagna, dalla Fondazione Hans Böckler della Confederazione sindacale tedesca (DGB) e dalla Fondazione Friedrich Ebert dell’SPD. Il dibattito ha visto focalizzarsi l’attenzione e la riflessione sulle prospettive del modello tedesco di codeterminazione e sulle esperienze di partecipazione in Italia.
Nella parte introduttiva sono intervenuti: Volker Telljohann, dell’IRES Emilia-Romagna sul modello tedesco di codeterminazione e la relativa discussione italiana; Klaus Busch, dell’Università di Osnabrück circa la crisi dell’euro ed il relativo dibattito sul futuro dell’unione economica e monetaria e l’importanza della dimensione sociale dell’Unione Europea; in ultimo Wolfgang Kowalsky per quanto riguarda gli standard minimi di partecipazione dal punto di vista della CES.
Nella seconda parte della prima giornata, invece, sono intervenuti: Stefan Lücking, della Fondazione Hans Böckler circa le opportunità e le sfide della codeterminazione a livello dei consigli di sorveglianza; Thomas Haipeter, dell’Institut Arbeit und Qualifikation circa la codeterminazione e lo sviluppo sostenibile e Ralf-Peter Hayen, della DGB in merito alle richieste di estensione della codeterminazione a livello aziendale. Nella mattinata del 12 novembre, in relazinoe alle esperienze di codeterminazione sono intervenuti Flavio Benites, dell’ IG Metall Wolfsburg, Mike Schwarz, della B. Braun sulle prospettive e le sfide della codeterminazione rispettivamente alla Volkswagen e alla B. Braun.
Per quanto riguarda le esperienze di partecipazione in Italia emerge chiaramente un problema di democrazia, oltre che di contrattazione, interno alle aziende italiane che hanno come sfondo uno scenario di frammentazione e deregolamentazione dei rapporti di lavoro. Ciò che il modello tedesco di codeterminazione propone va in tutt’altra direzione, una direzione perseguibile testimoniata ap-punto dalle esperienze di partecipazione in alcune affiliate di gruppi tedeschi in Italia.
Nonostante la diffidenza iniziale, nei casi analizzati (Lamborghini, Bilfinger, Fresenius) l’esperienza con la nuova proprietà tedesca si è dimostrata innovativa e stimolante. Basti guardare agli investimenti destinati soprattutto all’inserimento e all’assunzione di personale giovane che viene stabilizzato nel giro di qualche mese, alle nuove relazioni sindacali nelle quali si è affermato il diritto dei lavoratori e delle lavoratrici a poter decidere sulle loro piattaforme e sugli accordi e alle commissioni paritetiche, che vedono la presenza di rappresentanti dei lavoratori, che analizzano i problemi e delineano i possibili interventi per migliorare la qualità della vita aziendale. Il punto qualificante della partecipazione risulta così essere la valorizzazione della manodopera, dove la forza lavoro viene vista come valore aggiunto dell’azienda e il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nelle decisioni aziendali quale qualità imprescindibile. Occorre dunque una nuova legislazione che offra sostegno per tutto quello che riguarda la democrazia sui luoghi di lavoro, la partecipazione, la codeterminazione e i rapporti di lavoro.
Tali tematiche sono state affrontate nella tavola rotonda finale, per una prospettiva di studi e cooperazione transnazionale, coordinata da Anna Salfi, della Cgil Ermilia-Romagna e dove hanno partecipato Stefan Körzell, della DGB Assia-Turingia; Stefan Lücking, della Fondazione Hans Böckler e Hartwig Erb, dell’IG Metall Wolfsburg.

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